FAQ

COSA SI INTENDE PER ‘INTRECCI’

Se fate una ricerca su internet con la parola INTRECCI trovate molte attività legate alla mondialità, è logico la parola intrecci significa creare legami, incrociare, e nel contesto umano è spesso legato a l’altro diverso, che viene da un altro paese o no.

Ma tengo a chiarire da subito, Intrecci nel nostro caso si diversifica in quanto è uno spazio di riflessione e gestione del conflitto attraverso il gioco principalmente.

Esistono libri simili come “cosi liberi Mai” che tratta di percorsi, scoperta di sé e come apertura agli altri, possibilità aperte dalla narrazione orale nelle scuole di Modena. A cura di Maria Teresa  Goldoni e Franco Lorenzoni, Centro Documentazione Educativa Insegnanti e una Cultura di Pace.

PERCHé SOSTENERE IL LABORATORIO INTRECCI NELLE SCUOLE?

Offre un’opportunità a una classe per stare insieme, e non a gruppetti di 3 o 5, favorisce dunque la conoscenza mutua, il benessere del gruppo classe. Sono i bambini, elementari e medie,  a dirlo nella valutazione della fine dei percorsi: sono tanti a dire che il punto più positivo del laboratorio era di stare insieme, tutta la classe, a discutere e vivere un’esperienza, insieme.

Questo motivo dà un grande valore al nostro laboratorio e anche alla città perché è il suo interesse che i bambini, cittadini, imparino a stare bene, ascoltarci, rispettarci. i professori stessi confermano questo punto benefico per la loro classe, al di là del tema stesso del percorso.

Questo tipo di laboratorio è una risposta alla CRC Children’s Rights Convention, in Europa e nel mondo, che sottolinea l’inestricabile rapporto tra lo sviluppo inclusivo e la realizzazione dei diritti delle persone di età minore, in quanto favorisce l’attenzione ad ogni partecipante come individuo prezioso e insegna ai partecipanti l’importanza di includere (non escludere) tutti, per il rispetto dei dritti propri ed altrui. Inoltre con i percorsi sul Bene Comune e sul Cibo miglioriamo notevolmente la sensibilizzazione alla gestione sostenibile delle risorse naturale.

QUALE BENEFICIO PER LA CITTà?

La città guadagna ad avere scuole dove i bambini stano bene. La scuola essendo il luogo di passaggio per le famiglie deve essere curato. Ed è il punto di partenza per un buon futuro. Per la pace di una città ci vogliono persone sodisfate, cioè con una certa serenità nelle relazioni. Questo si impara in parte a scuola e nelle attività extrascolastiche. Intrecci è uno dei tanti strumenti a disposizione per le scuole. Offre un servizio originale grazie alla sua metodologia e pedagogia: dà spazio a tutti bambini senza esclusioni, anzi combatte essa, grazie a giochi e attività organizzate in modo tale a sviluppare la conoscenza di se stessi e degli altri, l’espressione e l’ascolto.

“Conosci te stesso e non c’è sfida che non potrai affrontare” , questa scritta nel tempio di Apollo a Delfi, ci ricorda che riconoscere i limiti e imperfezione, non come negazione di sé ma come accettazione per superarli, come accettazione del altro anche, una porta verso la tolleranza, la pazienza, la perseveranza.

CHE COSA RIMANE DI UNA TALE ESPERIENZA?

Ciò che abbiamo condiviso, le idee, la partecipazione. Il fatto di aver condiviso punti di vista semina in ognuno la dignità, il rispetto della persona umana. I linguaggi diversi tale il teatro, la parola, la scrittura, il mimmo, il gruppo, permettono a tutti di trovare il proprio canale espressivo.

QUALE TEMATICHE AFFRONTA IL LBORATORIO INTRECCI?

Alcuni percorsi sono legati al nostro territorio e il rispetto delle sue risorse: cibo che ho, bene comune; altri percorsi sono legati al nostro io interiore: Pinocchio, il viandante, i diritti; altri percorsi ancora sono un apertura sul mondo e le sue ricchezze: mondo arabo, Albania, America latina, Liù, giro giro mondo; un percorso specifico conduce alla comprensione della differenza tra violenza e conflitti, alla gestione della rabbia, alla consapevolezza del altro come soggetto con i stessi bisogni.

Risponde agli obbiettivi formativi della scuola: rispettare le persone e i punti di vista degli altri, rispettare le regole della convivenza civile, valorizzare la diversità, essere consapevoli dei propri diritti e doveri, comprendere e produrre messaggi verbali e non, interagire positivamente con gli altri, conoscere la geografia e storia del mondo.

PERCHé HO SCRITTO QUESTO LIBRO

Ho scritto questo libro per non perdere un metodo che funziona. Nel 2015 quando i professori delle scuole chiedevano di partecipare, il Comune ha fatto aspettare la sua risposta di finanziamento, fino a natale,  cosi nel gennaio seguente la Cooperativa a deciso di finanziare se stessa il laboratorio intrecci, per sodisfare le richieste dei professori. Cosi per 5 mesi abbiamo potuto soddisfare le classe. Nel settembre 2017 di nuovo il Comune non ha reiterato la volontà di sostenere questo strumento valido per le scuole di Rapallo, cosi ho deciso di scrivere il libro per non dimenticare un metodo di conduzione di gruppo a l’ascolto e l’espressione degli alunni su delle tematiche delicate e personali.

Come spargere delle buone pratiche? Facendole conoscere, condividendo un saper-fare. Questo libro racconta dei professori, degli alunni, e dei progressi dei conducenti durante gli anni. Spiega soprattutto come creare l’ambiante necessario per un buon scambio, un ascolto e una partecipazione attiva efficace, e nello stesso tempo una volontà di favorire la parola di ogni alluno, senza giudizio. Dà un metodo riutilizzabile per qualsiasi tematica.

CHI SONO?

Sono Anne Cholin, madre di tre figli, ormai adulti, sorella di 7 fratelli. Nata in Francia, ho studiato le tecnologie e lavorato nel disegno tecnico, ma poi ho scelto di attivare il mio dinamismo verso le azioni sociali, in particolare sviluppando attività rivolta a bambini cittadini. Ho vissuto tre anni in Inghilterra, prima emigrazione dove ho consolidato un senso d’appartenenza al mondo come spazio unico per tutti, qualsiasi. Immigrata in Italia nel 2005, quando servivano ancora i permessi di soggiorno anche per europei, 15 anni fa, vale a dire quanti passi avanti ha fatto l’Europa!, e ricordare che non si nasce fatto ma per costruire, crescere. Tengo a dire che pensando alla presentazione del Libro Intrecci, creato a l’origine per dare uno strumento agli insegnanti nell’accoglienza degli immigrati, ho fatto la rilettura di questi ultimi 20 anni in Italia e Europa. E vedo, con piacere, quanti passi avanti l’Europa ha fatto nell’accoglienza dei migrati e quanto si impegna nel rispetto dei Diritti Umani, è bellissimo.

‘INTRECCI’ DI FRONTE AI CAMBIAMENTI SOCIALI

Mi auguro che questo libro possa iscriversi non solo nella memoria, ma nel lavoro ancora grande per favorire l’accoglienza, e l’apertura di mente a persone di origini varie. Gandhi diceva che bisogna essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, questo libro è quel cambiamento: un mondo dove possiamo parlarci e stare insieme, prima di giudicare.

In effetti, conoscere prima di giudicare, e vi lascio con questa parola di un poeta afgano del xv secolo:

“Ho visto lontano lontano un mostro, quando si è avvicinato ho visto che era un uomo, quando è arrivato vicino a casa mia ho visto che era un fratello”.

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