LABORATORIO DIDATTICO INTERCULTURALE

IMAGINE promuove il ‘Laboratorio Intrecci’ nelle scuole materne, elementari, secondarie di primo grado, in quanto risorsa educativa per le scuole : esso potenzia la cultura della pace e dell’accoglienza, favorisce la conoscenza reciproca.

“Ad incontrarsi o scontrarsi,

non sono le culture ma le persone.”

Marco Aime


I vari percorsi didattici creati sono il risultato dell’osservazione della popolazione e dei bisogni sociali, partendo dal presupposto che l’interculturalità rappresenta una ricchezza alla quale tutti possono attingere, e con l’intenzione di superare conflitti e rigidità razziali o sociali. ​Si parte dalla lettura di storie che raccontano le condizioni e le avventure umane universali:  il viaggio, la casa, l’incontro, lo straniero, l’identità, la crescita… E si approfondisce il tema tramite dibattito o  finzione, giochi di ruolo, autobiografia, e giochi cooperativi. 

  • OBIETTIVI

Il progetto Intrecci è uno dei mattoni per costruire ponti tra le persone. 
Dà degli strumenti agli insegnanti, ai bambini e ai ragazzi, per tessere la loro rete di relazioni nel rispetto delle differenze. Crea le condizioni necessarie per favorire gli scambi, non tanto di informazioni interculturali quanto più di interazione. Conta la qualità della loro partecipazione e del loro coinvolgimento alle attività e ai giochi. .

​Gli obiettivi individuali sono

Stimolare il bambino a considerare le diversità come parte significativa dell’altro;
Sviluppare fiducia in se stessi;
Facilitare l’espressione di sé;
Conoscere elementi culturali di altri Paesi.

Gli obiettivi per il gruppo classe sono:

Educare all’ascolto e alla collaborazione;
Favorire la socializzazione;
Affrontare e discutere i conflitti;
Migliorare il clima della classe.

​Il laboratorio Intrecci è dunque un luogo in cui si sperimenta su di sé, utilizzando linguaggi diversi, messi in valore secondo gli incontri e temi affrontati ma seguendo sempre gli stessi momenti importanti, cadenzati temporalmente dall’operatore educativo, come un rito d’approccio.

  • METODO

Il metodo educativo è basato su un ritmo ripetitivo.

Il ritmo di ogni incontro è come un rito prezioso, sempre uguale, rende l’incontro degno di fiducia, lo difende da paure e pregiudizi, che nascono dal timore dei confronti con gli altri; e dà sicurezza ai ragazzi che possono allora esprimersi serenamente. 

​- accoglienza
– entrata ad occhi chiusi, con musica, e un’immagine proiettata
– saluto, il cerchio dei nomi
– lettura della storia supportata da immagini
– ascolto, osservazione
– finzione, drammatizzazione
– gioco a gruppetti (a due, o tutti insieme)
– plenaria, dibattito in cerchio
– attività, elaborazione creativa o scritta (a gruppo o individuale)
– disegno, narrazione
– saluto, momento di attenzione particolare agli altri
– uscita, con un segno individualizzato.

​Le attività sono organizzate secondo questa metodologia: prima la lettura, a volte bilingue, seguita da discussioni guidate o finzione per i più piccoli, compilazione di schede e rielaborazione con disegno o scrittura, giochi scelti con cura (giochi cooperativi, giochi di simulazione, improvvisazione teatrale), giochi di contatto fisico, di conoscenza (con la voce, lo sguardo). 

I lavori svolti sono ridistribuiti ai partecipanti durante l’incontro finale nel libro che costruiscono. Le attività, i giochi, le modalità e la tematica sono valutate attraverso un ultimo gioco che conclude tutte le avventure vissute durante i tre incontri precedenti.

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